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LINEE GUIDA DI UNIVERSAL EDUCATION |
Lo staff di Universal Education proviene da diversi contesti formativi e condivide alcuni percorsi di crescita spirituale.
Nel 1996 ha messo a punto delle linee guida ispirate ai Quattordici Addestramenti alla Consapevolezza di Thich Nhat Hanh, monaco zen e costruttore di pace. Questi principi possono essere una guida nella vita di tutti i giorni.
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SIAMO TUTTI IN CAMMINO |
![](Immagini/Principi/In_cammino.gif) |
Ogni individuo è permanentemente in cammino per tutta la sua vita.
Nel corso di questo cammino ognuno può compiere una ricerca di sè stesso. Questa ricerca ha bisogno di un sistema di pensiero e di valori ma questi non devono trasformarsi in un attaccamento a una ideologia.
La cultura, l’ideologia devono essere usate in modo critico; possono essere uno strumento di aiuto nella vita ma mai un punto di arrivo; è necessario vivere una specie di certezza nell’incertezza per mantenere la propria libertà di evolvere; occorre essere pronti a rimettere in discussione e a trasformare il sistema di riferimento che si sente non più adeguato al proprio cammino evolutivo.
Siamo tutti in cammino, genitori, figli, insegnanti, allievi, terapeuti, pazienti. |
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RISPETTO DELL’ALTRO
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Occorre riconoscere l’esistenza di culture diverse. Il pregiudizio è di ostacolo al rispetto dell’altro.
Ognuno percorre un cammino che può avere tappe e percorsi diversi e ciò coinvolge anche coloro che effettuano una ricerca di sé stessi.
Mettere a confronto esperienze diverse, vuol dire creare un rapporto, una relazione, rispettare il cammino dell’altro.
Ci si deve mantenere in consonanza emotiva con l’altro: vivere il suo stato d’animo senza però esserne travolto.
Nel proprio cammino si può sentire l’esigenza di chiedere un aiuto; l’aiuto può essere dato guidando l’altro a comprendere il suo punto di partenza in modo che possa trovare nella sua storia e non in quella dell’altro un motivo per proseguire.
L’educatore ha un proprio ruolo specifico e non può sfuggire alle proprie responsabilità.
In campo educativo gli educati hanno una loro dignità di persona, un loro cammino che è diverso da quello dell’educatore. Nell’educazione vanno privilegiati l’ascolto, il rispetto della personalità e la compartecipazione all’altro; lo scopo dell’educazione è aiutare l’altro a trovare il suo cammino o comunque a compierlo.
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LA SOFFERENZA |
La sofferenza esiste ed è presente nella condizione umana in forme diverse.
Occorre accettarla e non rimuoverla come la cultura odierna tende a fare creando situazioni di benessere illusorio.
Vi sono sofferenze legate alle leggi naturali e altre legate alla condizione umana. A queste ultime le tradizioni spirituali cercano di dare una risposta.
Esistono invece sofferenze individuali e collettive “inutili” su cui possiamo cercare di agire.
Delle sofferenze individuali legate alla relazione con sé stessi e con gli altri si occupano in particolare le psicologie.
Le sofferenze collettive provocate dalla organizzazione socio - economica possono essere affrontate attraverso una assunzione di responsabilità individuale e sociale.
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STILI DI VITA |
Attraverso la consapevolezza si può ottenere una trasformazione interiore e arrivare a dei comportamenti coerenti con il proprio sistema di pensiero e di valori.
Questo tende a tradursi in una attenzione a consumare in una progressiva semplificazione dei bisogni e a svolgere una attività il più possibile rispettosa dell’uomo e dell’ambiente.
Siamo possessori transitori di ciò di cui disponiamo per l’evoluzione nostra e di tutto il genere umano.
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IL CONFLITTO |
Il conflitto nasce da qualcosa che ci procura una sofferenza interna e che attribuiamo a cause esterne. Chi scatena un conflitto è portatore di una sofferenza che fa risuonare qualcosa in noi.
La vera base del conflitto esterno è quindi il conflitto interno, nasce da una nostra sofferenza e può essere affrontato guardando quale sofferenza ha suscitato in noi.
Alcuni conflitti nascono dal bambino interiore che chiede attenzione e il bambino interiore vuole tante cose contraddittorie: la fusione, la propria individualità, le mille cose e desidera che gli altri lo seguano.
Occorre accettare la propria parte bambina, accettandone le richieste e dandole spazio.
Il conflitto può nascere anche quando viene negato il bisogno di armonia.
Nell’osservazione dell’altro occorre separare la persona dal comportamento. Ognuno sviluppa un percorso di crescita e ciò che può essere un problema per qualcuno può non esserlo per me.
Vivere lo stato d’animo dell’altro senza esserne travolto.
Il conflitto è l’espressione di un bisogno.
Il cardine del nostro vivere insieme deve tendere ad esplicitare la motivazione delle nostre azioni: anche il conflitto va esplicitato per evitare che possa diventare distruttivo. Il conflitto può distruggere la nostra parte adulta |